Servizio Civile in CRI: l’esperienza di Aurora

Riscoprire se stessa, dedicando un anno ad aiutare il prossimo. Aurora, 21 anni, è una dei quattro volontari del Servizio Civile che hanno scelto di trascorrere dodici mesi al Comitato di Merate della Croce Rossa Italiana. Un’esperienza di cui ha beneficiato in primis lei stessa, dopo aver ritrovato fiducia nelle sue capacità e instaurato un rapporto sincero con gli altri volontari dell’associazione e i pazienti.

Domanda: Cosa ti ha spinto a scegliere di dedicare un anno al Servizio Civile?

Risposta: Ero studentessa in un liceo scientifico e ho scelto di prendermi un anno sabbatico per iniziare un percorso di crescita personale che mi consentisse di ritrovare me stessa. Volevo conoscere persone che si dedicano al volontariato e capire cosa li spinge ad aiutare gli altri. Avevo tentato in passato di entrare in Croce Rossa Italiana ma per varie ragioni non ero mai riuscita nel mio intento. Ho pensato quindi di unire i due propositi e scegliere di trascorrere l’anno di Servizio Civile in CRI.

D: Come hai saputo del progetto del Comitato di Merate?

R: Ho partecipato ad un open day all’Informagiovani di Lecco dove erano presenti le associazioni della provincia iscritte al bando del Servizio Civile. Ho parlato con un vostro volontario che mi ha spiegato le esigenze dell’associazione e mi ha lasciato del materiale informativo. Mi sono quindi candidata per il progetto attraverso il sito internet.

D: Che rapporto hai instaurato con i volontari e con gli altri ragazzi del Servizio Civile?

R: I volontari mi hanno fatta sentire fin da subito a mio agio e mi hanno presa immediatamente sotto la loro ala. A ogni servizio, mi veniva spiegato nel dettaglio cosa fare e soprattutto come approcciare i pazienti, in base alle loro specifiche necessità. Questa attenzione mi ha fatto molto piacere ed è stata utilissima per partire con il piede giusto. Io stessa, quando ho dovuto affiancare nuovi volontari per spiegare loro il lavoro, ho utilizzato il medesimo metodo. Negli altri ragazzi del Servizio Civile ho scoperto degli amici con cui mi sento tutt’ora e frequento anche fuori dall’associazione: sono diventati per me una terza famiglia, dopo quella del Comitato.

D: Hai incontrato difficoltà nel corso dell’anno? Le attività che hai fatto, corrispondevano a quanto ti saresti aspettata prima di iniziare?

R: In realtà, quando ho presentato domanda, non mi era perfettamente chiaro che cosa avrei fatto, oltre a rispondere al centralino e fare dei trasporti sanitari. L’associazione ci ha dato subito fiducia e grossa responsabilità. Nonostante tutto fosse nuovo per noi, è subito venuto naturale darci da fare e completare i compiti che ci venivano assegnati. Non mi sono quindi mai sentita particolarmente in difficoltà. Con lo scoppio dalla pandemia, abbiamo affinato la nostra esperienza e lavorato con grande serietà. Proprio in quei particolari momenti, ho anche riscoperto la gioia di aiutare gli altri.

D: Quindi non hai messo in dubbio il tuo impegno durante l’epidemia di Coronavirus?

R: Ai volontari del Servizio Civile è stata data l’opportunità di sospendere il progetto. Quando ci hanno chiesto cosa volevamo fare, ci siamo guardati negli occhi e, senza fare domande, abbiamo tutti scelto di proseguire. Sentivamo il dovere di dare concretamente una mano a chi, in quel momento, ne aveva bisogno. Per noi è stata una decisione molto naturale. Mi hanno appoggiato anche i miei famigliari perché erano sicuri della serietà con cui avrei affrontato le attività dell’associazione.

D: Che cosa hai imparato trascorrendo un anno di Servizio Civile in Croce Rossa Italiana?

R: Ho imparato a rapportarmi con le altre persone. Fare il volontario in Croce Rossa Italiana vuole dire sapersi relazionare adeguatamente con delle persone che stanno vivendo un momento di difficoltà, rassicurarle e metterle a proprio agio, mantenendo sempre il buon umore perché anche un semplice sorriso può fare tanto. Le altre relazioni che ho sviluppato sono quelle di amicizia sia con i ragazzi del Servizio Civile sia con i volontari più grandi. Essere parte di questa grande famiglia è stato molto bello.

D: Quindi qual è il bilancio finale della tua esperienza?

R: Ho fatto la scelta giusta, investendo dodici mesi della mia vita nel Servizio Civile in Croce Rossa Italiana. Ho acquisito una maggiore consapevolezza di me stessa e ritrovato ciò che un anno fa avevo perso. Io abito a Lecco e nonostante sia più vicina al Comitato del capoluogo, continuerò il volontariato a Merate. Non posso fare altrimenti, dopo tutto quello che il vostro gruppo mi ha regalato.

(d.c.)

Il Servizio Civile alla Croce Rossa di Merate è un prezioso percorso formativo che ti permetterà di partecipare alle attività dell’associazione.