Il fenomeno e la risposta internazionale

Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, nato dall’intento di assistere, senza discriminazione, i feriti sul campo di battaglia, si adopera, sia a livello internazionale che nazionale, per prevenire ed alleviare ovunque la sofferenza umana. Il suo scopo è quello di proteggere la vita e la salute e garantire il rispetto dell’essere umano. Esso promuove la comprensione reciproca, l’amicizia e la pace duratura tra i popoli. [Principio Fondamentale di Umanità].

Sin dalla firma della Convenzione di Ginevra del 1864, il Movimento si è sempre impegnato nel proteggere la vita e la salute e per ridurre le condizioni di vulnerabilità delle persone.

Quando scoppiano conflitti armati, disordini interni o emergenze i nostri servizi sanitari sono quanto mai necessari, ma al contempo è anche il momento quando le persone che svolgono questi servizi sono più vulnerabili. Dottori e infermieri, ambulanze e soccorritori, ospedali e ambulatori e, perfino, feriti e malati possono essere considerati sotto attacco e potrebbero essere vittima di violenze.

Questa violenza può completamente distruggere la catena della sopravvivenza, nonché l’assistenza sanitaria, proprio quando le persone delle comunità che serviamo ne hanno maggiormente bisogno; le persone (siano essi civili o combattenti in caso di conflitto) spesso muoiono solamente perché non hanno la possibilità di ricevere le giuste cure mediche in tempo. Intere comunità possono essere escluse da servizi vitali come l’assistenza ai parti, l’assistenza pediatrica o le vaccinazioni. Ma a volte gli attacchi possono essere così violenti da far crollare tutto il sistema.

La violenza contro gli operatori sanitari, le strutture e i veicoli, quindi, è una vera e propria emergenza umanitaria con gravi effetti perduranti nel tempo.
Per far fronte a questa moderna Solferino, il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa vuole affrontare la questione della violenza contro i pazienti, gli operatori sanitari, le strutture e i veicoli e assicurare un accesso sicuro alle cure mediche durante i conflitti armati, le violenze interne e le altre emergenze.

Nel 2015, durante la XXII sessione della Conferenza Internazionale, è stata approvata la risoluzione Health Care in Danger: Continuing to protect the delivery of health care together (Assistenza saniataria in pericolo: continuare insieme a proteggere la fornitura di assistenza sanitaria) che rafforza il contenuto della prima risoluzione della Conferenza Internazionale del 2011 Health care in danger: respecting and protecting health care (Assistenza sanitaria in pericolo: rispettare e proteggere l’assistenza sanitaria) dove le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, il Comitato Internazionale di Croce Rossa e la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, oltre che gli stati firmatari delle Convenzioni di Ginevra si impegnano ad affrontare questo tema attraverso azioni congiunte.

Nasce così l’iniziativa Health care in danger: it’s a matter of life and death con l’obiettivo di impostare un’informazione corretta e capillare, attraverso il rispetto per le norme e l’adozione di appropriate misure da parte degli stati, delle Forze Armate, delle Istituzioni e dell’intera popolazione civile. La finalità, pertanto, è l’ottimizzazione della protezione del personale sanitario, attraverso una massimizzazione del lavoro di rete tra Istituzioni, Forze Armate, Istituzioni e Associazioni e le comunità stesse.

Gli Stati devono mobilitare le risorse e adottare ogni altra misura necessaria a garantire che tutto il personale sanitario goda, senza alcun timore, del diritto alla vita.

La società civile può giocare un ruolo vitale, non soltanto tenendo d’occhio l’operato delle Istituzioni e alzando la voce contro la mancanza d’azione, ma anche garantendo che coloro che operano per il rispetto della persona umana possano vivere. Non è realistico aspettarsi che tutte le ingiustizie alla base delle vittime di guerra possano essere risolte da un giorno all’altro. Ma in molti paesi la diminuzione di queste morti largamente evitabili è scandalosamente lenta.

È giunto il momento di trattare questa crisi dei diritti umani con l’urgenza che si merita. Queste morti tragicamente comuni tra l’assistenza sanitaria che opera in tempo di guerra non possono continuare. Sono inutili, evitabili e inaccettabili. Devono finire.

Tutto questo è possibile. È possibile se ci rifiutiamo di giustificare o tollerare qualsiasi abuso o violenza contro il personale sanitario. E’ possibile se riteniamo che la protezione dell’assistenza sanitaria da ogni forma di violenza sia una questione fondamentale. È importante ricordare che proteggere non vuol dire limitarsi a prendersi cura del personale già vittima della violenza, ma anche prevenire ogni atto di violenza futura su esso.

Prevenire la violenza è essenziale. Per prevenire la violenza è necessario che esista una cultura dei diritti del personale sanitario capace di contrastare quelle idee e pregiudizi che sono alla base di comportamenti pericolosi.

Una prevenzione efficace presuppone sia la mobilitazione attiva di tutti gli attori (lo Stato, la società civile, la comunità internazionale, ecc.), sia la partecipazione attiva dei volontari dell’intera Croce Rossa.

Per prevenire la violenza sul personale sanitario è necessaria la partecipazione di tutti.